IL CERCHIO DELL’INCONTRO

Il 29 giugno 2019 è stata una giornata memorabile.
300 per la TIN è stata un’iniziativa multipla che ha permesso a tutte le persone intervenute di assaggiare la bellezza di esserci per una buona causa!
Quando mi è stato chiesto di pensare ad un laboratorio creativo dedicato a questa iniziativa mi è subito arrivata alla mente l’immagine del cerchio. Il cerchio come incontro, il cerchio come ruota di bicicletta (o meglio dire spin bike), il cerchio come contenitore di emozioni e colori, il cerchio come vita che si rinnova e non per ultimo il cerchio dell’iride dell’occhio, che rappresentava la finalità della raccolta fondi. Da arteterapista conosco il significato simbolico universale di questa forma ricorrente in natura ma anche in numerose culture e tradizioni: una forma ideale, priva di inizio e fine, simbolo di interezza e continuità infinita, che può comunicare armonia e benessere e molto altro.
Per questo insieme alle volontarie dell’Associazione per l’Aiuto al Neonato di Bergamo abbiamo organizzato un laboratorio creativo con materiali diversificati suddivisi per colore, dove i bambini hanno sperimentato e gli adulti riscoperto, il tempo dello stare insieme colorando. È stato un pomeriggio dedicato allo sport, alla solidarietà e alla condivisione, che parallelamente sono state riversate nella creazione di due mandala collettivi, che rappresentano l’iride e la ruota della bicicletta, donati rispettivamente come testimonianza dell’evento e del suo significato collettivo, al reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e alla palestra Perform Sport Medical Center che ha ospitato la maratona di spinnig promossa da Pedalare per la Vita.
L’arte è un mezzo di libertà che ha un importante effetto di benessere su chi si sporca le mani e si mette in gioco concretamente, come è stato nel pomeriggio del 29 giugno di un anno fa. Un’opera però parla a tutti anche dopo, come oggetto fruito, soprattutto se esposto in luoghi della cura come l’ospedale e la palestra. Due modi di curare diversi, ma entrambi rivolti alla persona e al suo benessere psicofisico.
Sono fiduciosa perciò che i due mandala creati quel giorno, oggi continuino a testimoniare il processo creativo, emotivo, di trasformazione e di speranza che tutti abbiamo vissuto quel giorno e che possano traghettare queste emozioni condivise anche in futuro.

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